venerdì 15 giugno 2012

Daniele Greco e i suoi obiettivi estivi.





Ai Giochi di Londra Daniele Greco, 23enne di Galatone, all'Olympic Stadium farà di tutto per mitigare l'emozione.

Quella che può portare un triplista a un salto nullo, a una rincorsa timida o a uno "hop-stepjump" (la serie dei tre balzi) poco armonico. Staccato il pass per le Olimpiadi lo scorso gennaio ad Ancona con la misura di 17,24 metri, l'atleta delle Fiamme Oro ha migliorato ulteriormente, di 4 centimetri, il suo primato indoor ai mondiali di Istanbul a marzo, malgrado una brutta botta al piede destro nelle qualificazioni. Preoccupato? «Un po'. È un mese che praticamente non mi alleno. Ma con la Federazione stiamo cercando di risolvere il problema al terzo metatarso con l'intervento di specialisti del settore. Credo di potermi preparare bene per i Giochi». Quali le tappe? «La più importante è a sua volta un obiettivo: gli Europei di Helsinki a fine giugno. E poi diversi meeting, per arrivare a Londra nelle migliori condizioni».

Sarà la sua prima Olimpiade: come se l'aspetta? «Sicuramente è la massima competizione sportiva, soprattutto per l'atletica e per diverse discipline individuali. Stavolta devo tirare fuori il massimo: sarebbe dura aspettare quattro anni per rifarmi». Ha qualche rammarico legato ad altri debutti ad alti livelli? «I mondiali di Berlino, nel 2009. Arrivavo dalla vittoria degli Europei Under 23 ma saltai molto male. E anche gli Europei fra i "grandi", nella stessa stagione, furono deludenti. Ma già nella rassegna iridata di Parigi, nel 2011, mi sono rifatto giungendo ottavo». E quest'anno ai mondiali indoor si è piazzato quinto, a pari merito con il compagno d'azzurro Donato: cosa si regalerà a Londra? «L'obiettivo reale dei Giochi è entrare in finale, dunque nei primi dodici. Dopo, se tutto va bene, cercherò di arrivare fra i migliori otto. È chiaro poi che tutto può succedere: l'importante è lavorare duro e a testa bassa».

Qual è la persona più importante, nel suo percorso sportivo? «Difficile identificarne solo una. Spesso sport e vita s'incrociano. Ci sono la mia famiglia, la mia ragazza, Raimondo Orsini che è molto più di un allenatore, il supervisore Roberto Pericolo e il gruppo delle Fiamme Oro, che mi sostengono».-

da la Repubblica.it

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