sabato 11 agosto 2012

Usain Bolt - Perché i giamaicani sono i più veloci



Usain Bolt è entrato nella storia dello sport. E ci è entrato come solo lui sa fare: correndo più veloce di tutti gli altri.
È il primo atleta a vincere l’oro per due edizioni consecutive (Pechino 2008 e Londra 2012) sia nei 100 metri che nei 200 metri. E soprattutto detenendo il record del mondo in entrambe le specialità.

Ma perché Bolt è così forte?
Qual è il segreto della velocità di Bolt? Perché è imbattibile e corre così veloce?
Un primo motivo risiede nella forma del suo corpo. O meglio, nelle sue spalle: perfettamente allineate alle anche. Una caratteristica che rende il corpo di Usain più efficiente dal punto di vista energetico. Anche le braccia sono speciali: muovendosi in sincrono con le gambe aiutano l’atleta giamaicano a non perdere l’equilibrio quando corre. Questo gli ha permesso di guadagnare i record mondiale di velocità sui 100 metri (9,58 secondi).
Un secondo motivo è nelle falcate: 41 sono quelle con cui Bolt ha percorso i 100 metri in pista a Londra: la media è di 2,44 metri a falcata. Imbattibile: i suoi competitori stanno sulle 45/48 falcate. La leggenda vuole che la sua forza sia il frutto di un’infanzia di stenti, quando per aiutare i suoi genitori era costretto a trasportare acqua per chilometri su chilometri.

Muscoli per correre
Durante uno sprint di Bolt ci sono più di 30 muscoli per gamba impegnati nella corsa. E questi miscoli, nel caso di Bolt, sono composti per il 90% di fibre a contrazione veloce, che lo rendono forte, scattante ed "esplosivo".
È una peculiarità dei corridori avere questo genere di fibre che si attivano immediatamente, sviluppano subito una forza incredibile, ma non sono adatte a lavorare a lungo: i top runner arrivano al massimo al 80%, mentre noi comuni mortali abbiamo una percentuale più o meno simile di fibre lente e veloci (50%-50%).
Bolt arriva al 90% e tenuto conto che la composizione delle fibre muscolari è genetica, si può dire che sia nato per correre (mentre noi per fare jogging).

Più alti, più scattanti
Anche l'altezza conta. Soprattutto in fase di partenza, quando con un baricentro più alto si è più scattanti. Questo è il motivo per cui, negli ultimi anni, l'altezza degli sprinter è andata crescendo. Bolt è alto 196 cm contro i 180 di Blake (secondo sia nei 100 che nei 200) e i 178 dell'altro giamaicano Weir, terzo nei 200.
Naturalmente questo aspetto, molto collegato all'uscita dai blocchi di partenza, può essere migliorato con l'allenamento e l'affinamento della tecnica.

A proposito di Giamaica
La Giamaica è la patria degli sprinter: con appena tre milioni di abitanti ha vinto 13 medaglie d'oro alle Olimpiadi nell'atletica leggera. Negli ultimi cinque anni, uomini e donne giamaicane hanno dominato i 100 metri. Ma che cosa li rende così veloce? Esistono diverse ricerche e molte tesi al proposito. Eccone un riassunto.
Prima le leggende metropolitane: secondo il padre e una zia dell'atleta il segreto di Usain è la dieta ricca di yam, un tubero, simile a una grande patata molto diffuso in Giamaica. Lo yam starebbe a Bolt come gli spinaci a Braccio di Ferro. La spiegazione non è convincente: anche in Nigeria, Cameroun e Pakistan, dove il tubero è molto diffuso dovrebbero essere figli del vento. E non lo sono come lo sono invece i giamaicani.
Una seconda spiegazione - parziale ma più scientifica - affonda le sue radici nella genetica. Nel 2003 alcuni scienziati australiani hanno scoperto che esistono diverse varianti di un gene, chiamato ACTN3, che danno certi vantaggi nello sport.
La variante R, che è espressa nelle fibre muscolari a contrazione rapida, dà maggiore potenza e velocità; l’altra variante (X) invece dà maggiore resistenza ed è più facile trovarla nei maratoneti. Ebbene, la variante R è molto più comune tra la popolazione giamaicana e tra i discendenti delle popolazioni dell'Africa occidentale.

Focus

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